Le origini della Scuola Medica Salernitana: Salerno al centro del mondo?

Erbario – Miniatura dal “Dioscoride Napoletano”, VI secolo, Napoli, Biblioteca Nazionale.

Si è appena concluso il seminario di un mese all’Università di Salerno per la creazione di una Cattedra UNESCO interamente dedicata alla Scuola Medica Salernitana, coordinata dalla prof.ssa Rita Aquino, e in cui si sono intrecciati i campi più diversi, non solo filologia o storia medievale, ma anche medicina e farmacia.
Per questo percorso, studenti e docenti hanno potuto contare su una guida di prima qualità, ovvero il filologo classico belga Alain Touwaide, direttore scientifico dell‘Institute for the Preservation of Medical Traditions di Washington DC, bizantinista esperto in medicina antica e pratica terapeutica.

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Non fate peccati con la lingua

di Maria Bettetini

Nel Medioevo li codificarono precisamente: si peccava mentendo, spergiurando, bestemmiando e lamentandosi di Dio e dei propri superiori.

Allegoria della maldicenza – dal “Dit de l’alérion” di Guillaume de Machaut, fr. 1586, Parigi, BnF.

«Una lingua dolce spezza le ossa»: il versetto del libro dei Proverbi è probabilmente all’origine del detto tardomedievale, the tongue breaketh bone / though itself hat none, la lingua può spezzare le ossa, pur non avendone. Il potere devastante della parola è fortemente sentito dalla cultura del Medioevo: mentre il mondo greco accettava sia la menzogna per gioco, dove vince il più abile (per esempio Ulisse), sia il potere di una retorica che rende vittima l’ascoltatore (così Gorgia), il Medioevo ha una parola sola: «Sia il vostro parlare sì, sì, e no, no, il di più viene dal maligno», come si legge nel Vangelo di Matteo. Una cultura permeata dal cristianesimo non può accettare la più piccola offesa a un Dio che si è definito “verità” e che nella verità ha chiesto di vivere. Non sarà accettata quindi nessuna menzogna, e sarannop peccati gravi anche lo spergiuro, la bestemmia, la falsa testimonianza, la iattanza, il giudizio temerario, il tradimento di un segreto, l’adulazione.

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Come vestivano gli uomini del Decameron

Per il tredicesimo volume della nostra biblioteca virtuale, vi propongo un titolo che sicuramente manderà in sollucchero i rievocatori, anche se un po’ datato: Come vestivano gli uomini del Decameron, un “Saggio di storia del costume” pubblicato da Carlo Merkel nel 1898

Cliccare sulla copertina per leggere il libro
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Scuola Medica Salernitana: i perché di una decadenza

Medico e paziente – Miniatura dal “Liber Continens” di Al-Razi, XIIIsec.

Una parabola tutto sommato breve, quella della Scuola Medica Salernitana: da faro della medicina in Europa nei secoli XI e XII, già nel Quattrocento è ridotta all’ombra di se stessa, surclassata non solo da Parigi e Bologna ma perfino dalla molto più vicina Napoli, degradata a istituzione provinciale, che vive sulle glorie passate.
Ma la domanda è: perché? Che cos’è successo perché una realtà così florida come la Scuola Medica Salernitana sia caduta così in basso almeno quattro secoli prima che, nel 1812, Gioacchino Murat ne segni la fine ufficiale?

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Antonio, guerriero di Dio – Antonello Belluco e Sandro Cecca (2006)

È uscito da poco il primo trailer del nuovo film su San Pio da Pietrelcina, Padre Pio di Abel Ferrara: e mi fa ben sperare. Perché Ferrara non è un regista convenzionale: suo è il bellissimo Il Cattivo Tenente del 1992, un autentico pugno nello stomaco, che sconvolge tutti i paradigmi buoni/cattivi, mostrando senza addolcirli i misteri del Bene e del Male in tutta la loro nudità e assoluto.
Ecco, così dovrebbe essere secondo me un buon film che abbia come protagonista un santo: un pugno nello stomaco, scomodo e scottante, che costringa lo spettatore a uscire dalla sua comfort zone e che gli sbatta in faccia le domande fondamentali dell’esistenza. E per ottenere questo risultato servono essenzialmente tre cose: un regista “con gli attributi”, una sceneggiatura di spessore che avverta lo spettatore di starsi inoltrando in una dimensione “altra”, attori capaci di rendere le infinite sfaccettature di personaggi grandi e complessi. E non tutti hanno questo coraggio. Il “santino” è più facile.
E poi ci sono le buone idee, ma non portate avanti fino in fondo: a questa categoria appartiene secondo me un film che risale al primo decennio del Duemila, quando le biografie sulle vite dei santi spopolavano soprattutto in televisione : Antonio, Guerriero di Dio.

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L’esperienza di Caterina da Siena: mistica o follia?

Giovanni di Paolo – il matrimonio mistico di Caterina da Siena – tempera su tavola, 1460 circa – New York, Metropolitan Museum.

Non nascondo che Caterina da Siena è una delle mie donne preferite del Medioevo: una “ragazza come le altre” (apparentemente), non ricca né nobile, figlia di un piccolo imprenditore, laica per giunta, ma forte come nessun’altra che, rivestita dell’abito bianco e nero delle “mantellate” domenicane, arriva a dettare legge a pontefici e sovrani.
Tuttavia c’è un ma: tutto questo lo può fare perché è una mistica, una “portavoce di Cristo”, e il suo mondo la guarda come una “santa viva”, dice di parlare con Dio, lo vede, lo sente. E per giunta vive questo fenomeno in un modo così intenso da sembrare fuori di testa: ha le stimmate, porta per anni un cilicio di ferro, digiuna, si flagella, dorme per terra su un asse di legno con una pietra come cuscino.
Qualcuno ha parlato di “santa anoressia”, di masochismo, di disturbi mentali e allucinazioni interpretati dal suo tempo come segni del soprannaturale.
Quanto c’è di vero in tutto questo?

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I luoghi dell’economia nel Medioevo

di Gianluca Briguglia

Evangelisti analizza testi, personaggi, regole, problemi nati in istituzioni diverse – dal monastero al convento, all’università – e ricostruisce la trama economica sino al ‘400.

Ambrogio Lorenzetti, gli effetti del buon governo in città – particolare dal ciclo di affreschi della Sala del Consiglio dei Nove, 1338-1339, Siena, Palazzo Pubblico

Nonostante le semplificazioni dell’industria culturale (peraltro in certo modo legata alle forme romantiche che hanno contribuito a generarla), certo preziose e affascinanti, ma spesso unilaterali se non erronee, il pensiero medievale ormai da decenni, forse da quasi un secolo, è oggetto di rivalutazione, argomento di imprese storiografiche sempre più varie e approfondite. Si è trattato soprattutto di comprendere quell’epoca e quel pensiero nella grande varietà dei suoi dibattiti, delle sue forme storiche, delle sue specificità. Abbandonata con fatica l’idea che il Medioevo sia solo, nella migliore delle ipotesi, un’età di precorrimento o di anticipazioni di scoperte, invenzioni, consapevolezze successive, ormai da tempo si è in grado di studiare i secoli medievali per comprenderne soprattutto i paradigmi intellettuali e sociali. Liberatosi ormai – anche se con velocità e registri diversi – da teologismi di lontanissima matrice idealistica, lo studio della storia intellettuale medievale contribuisce ancora oggi a ridisegnare cronologie, epistemologie storiche e filosofiche, dando spazio anche a nuovi campi di indagine e generando nuove domande.

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I due volti di Caterina Sforza

Lorenzo Di Credi – La “dama dei Gelsomini” o ritratto di Caterina Sforza.

L’abbiamo vista interpretata dall’affascinante attrice inglese Rose Williams nella terza stagione della serie I Medici, dove incarnava la perfetta femme fatale. Eppure, Caterina Sforza, la “tigre di Forlì”, come la chiamarono i Veneziani da lei sconfitti, è stata molto di più.
Cercando notizie su di lei, mi imbatto in un intero sito a lei dedicato, creato nel 2009, in occasione dei cinquecento anni dalla morte di Caterina: l’autore è Eugenio Larosa, rievocatore quattrocentista di lungo corso, e presidente dell’associazione culturale Famaleonis di Forlì.
Decido di andare a trovarlo per saperne di più.

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Sulle tracce dei luoghi della Scuola Medica Salernitana

Salerno – Largo Scuola Medica Salernitana.

Da quando vivo nel centro storico di Salerno, mi capita sempre più spesso di imbattermi in turisti, italiani e stranieri, alla ricerca di informazioni. E una delle domande più frequenti, soprattutto da parte degli stranieri, è questa: dov’è la Scuola Medica Salernitana?
Domanda che mi mette in difficoltà non poco, perché un luogo preciso dove nel Medioevo si riunissero maestri e studenti della Scuola Medica Salernitana non esiste.
Non che non ci abbiano provato a identificarne uno, soprattutto gli eruditi di Età Moderna: alcuni documenti dei Seicento e del Settecento citano ad esempio un luogo fuori della porta di San Nicola, ubi vulgariter dicitur la Scola Salernitana, in quella che è oggi la località di Canalone, ma che solo nel 1932 è identificata con l’attuale Largo Scuola Medica Salernitana.

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Zucchero e miele: Elisabetta Carli e le “dolcezze” medievali

Il gusto contemporaneo è abituato ad associare la parola “dolce” a pietanze ben precise, servite solitamente alla fine del pasto, o la mattina a colazione, oppure ancora durante uno spuntino pomeridiano.
Ma è sempre stato così?
Lo chiedo a Elisabetta Carli, “anacronista creativa” dei fornelli che ho già scomodato per i banchetti di Federico II e per Maestro Martino, la quale ha da poco dato alle stampe per la Edizioni Penne & Papiri l’ultima sua fatica, intitolata appunto Dolcezze dal Medioevo.

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