Bellezza di natura, bellezza di donna: le “Mulieres Salernitanae” secondo Renaldo Fasanaro.

Trotula

Renaldo Fasanaro – Trotula.

Il luogo non potrebbe essere più azzeccato: l’Aula Palatina di San Pietro a Corte, uno dei luoghi simbolo della Scuola Medica Salernitana. Lungo le pareti, aperti su leggii, sono allineati antichi libri settecenteschi, riutilizzati per raccontare qualcosa che non ha tempo: su due pagine affrontate si affiancano quadretti all’Inglese di erbe come la viola mammola, il lino, la borraggine, e volti di donne identificate dai nomi di Berdefolia Medica, Maestra Mercuriade, Trotula de Ruggiero. Sono le “Mulieres Salernitanae“, le donne di Salerno, mediche e non, rappresentate nella mostra dell’architetto salernitano Renaldo Fasanaro, e promossa dall’Associazione Adorea

 

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Sono volti femminili e sensuali, dallo sguardo profondo, volti la cui stessa bellezza sembra interrogare lo spettatore. Ed è proprio la bellezza, “così antica e così nuova”, secondo l’affermazione di Agostino, il filo conduttore della mostra; la bellezza delle donne, ma non solo, come racconta l’autore, nato e cresciuto nel centro storico di Salerno.
«Parlando di donne, mi viene in mente il volto di mia nonna Elena, che visse i tempi difficili della Seconda Guerra Mondiale e che mi fece incontrare i personaggi di Arechi II e Roberto il Guiscardo: personalmente penso che se noi siamo qui oggi è grazie al coraggio delle donne. Essendo cresciuto avendo come orizzonti i vicoli della Salerno longobarda e normanna e il castello sulla cima del monte Bonadies, pian piano sono stato preso dalla curiosità per capire chi fossero i personaggi la cui presenza aleggiava in quei luoghi: seguendo i passi degli Altavilla, sono arrivato fino in Normandia.»
Per Renaldo Fasanaro, Salerno ha rappresentato una città europea prima dell’Europa unita: «La Scuola Medica Salernitana ha unito il Mediterraneo in nome della scienza, mentre i grandi personaggi dell’ordine benedettino come papa Gregorio VII e l’abate Alferio hanno unito Salerno alle grandi abbazie d’Europa, creando tra l’altro la prima forma di multimedialità, unendo nei manoscritti miniati parola e immagine.»
A guardarli bene, le opere del Fasanaro sembrano erbari contemporanei, e le presenze femminili che affiancano le erbe paiono saltare fuori dai testi medici miniati di età federiciana. «È l’eterno presente di cui parla Tommaso d’Aquino,» spiega l’autore: «quello della memoria, dell’attesa e della coscienza. Le erbe vere qui presenti sono raccolte dal Giardino della Minerva, ed è stato come guardare quelle erbe con gli occhi di Rebecca Guarna, di Abella Salernitana, di Costanza Calenda: il lino, ad esempio, mette insieme la natura, la camicia da notte di mia nonna e l’arazzo di Bayeux.»
In pratica è come mettere i volti delle donne della Scuola Medica Salernitana a fianco del loro sapere, concretizzato nelle erbe. E la bellezza di quei volti è la bellezza del loro sapere. «Nel Medioevo, i canoni di bellezza erano molto diversi dai nostri: segni di femminilità erano il ventre prominente (il seno aveva poca importanza), la fronte rasata e i capelli nascosti sotto il velo. Io però ho voluto rappresentarle come donne senza tempo, per sottolinearne la contemporaneità. Trotula per me è Margherita Hack, è Rita Levi Montalcini, è tutte le donne che sono riuscite a esprimere bellezza attraverso il sapere; bellezza che non è estetica del compiacimento, ma finalizzata a migliorare la bellezza del mondo.»

Informazioni su Mercuriade

Buongiorno a tutti! Sono una paleografa con la vocazione per la scrittura e il pallino del Medioevo e delle sue storie. Amo la lettura, la buona musica, la poesia, la filosofia, l'arte, il cinema: in breve, qualunque espressione del buono, del bello e del vero. Nel 2011 ho vinto l'VIII edizione del premio letterario "Il racconto nel cassetto" con il racconto "Il Tamburo delle Sirene", pubblicato dalla Centoautori in "Il Tamburo delle Sirene e altri racconti" (2012). Ho collaborato con il sito di Radio CRC e con il giornale on-line "Citizen Salerno" e ora collaboro con la rivista on-line "Rievocare". Faccio parte del gruppo di living history "Gens Langobardorum" e come rievocatrice indipendente promuovo la Scuola Medica Salernitana, gloria della mia città. Nel 2020 ho pubblicato con la Robin "Mulieres Salernitanae. Storie di donne e di cura".
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Una risposta a Bellezza di natura, bellezza di donna: le “Mulieres Salernitanae” secondo Renaldo Fasanaro.

  1. Renaldo Fasanaro ha detto:

    Il testo e le note hanno colto nel segno il contenuto dell’evento, e l’intento del recupero del sapere scientifico “al femminile” delle Medichesse Salernitane tra l’XI e il XIII secolo, attualizzato però nella riproposizione dei contenuti e delle immagini . Grazie all’iniziativa dell’ associazione Adorea e al Gruppo Archeologico Salernitano e all’ospitalità della Confraternita di S. Stefano l’esposizione potrà essere visitata per tutto il mese di dicembre negli incantevoli spazi della Cappella Palatina di S. Pietro a Corte consentendo così la lettura e la visione di un pezzo di cultura scientifica e artistica della città di Salerno. Grazie. Renaldo Fasanaro

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