Le “Mulieres Salernitanae” debuttano in società

Una delle pagine che ricordo meglio di uno dei classici della mia infanzia, Piccole Donne, è quella in cui Meg, la maggiore, viene invitata al ballo per il debutto in società di una sua amica: e io, nella mia fantasia di bambina, mi figuravo lampadari di cristallo sfavillanti di candele, abiti di seta lunghi e fruscianti stile “Via Col Vento”, note di waltzer di Strauss.
Forse avrei voluto per le mie “Mulieres Salernitanae” un debutto di questo tipo in versione medievale, ma non credo proprio che si siano lamentate dell’accoglienza che hanno ricevuto durante la loro prima presentazione in presenza, l’8 settembre scorso al Convitto Nazionale Torquato Tasso di Salerno, dopo quasi un anno dalla pubblicazione e diverse presentazioni on-line causa COVID-19.

Con questo non voglio sminuire assolutamente niente: le soddisfazioni possono venire anche dallo schermo di un computer e da una webcam, specie quando dall’altra parte della fibra ci sono persone competenti e appassionate che credono nel tuo progetto, e nel corso di quest’anno sono state davvero tante.
Eppure non c’è niente da fare: niente può eguagliare la materialità del contatto con il pubblico, che non si fa bloccare nemmeno da un diluvio universale pomeridiano arrivato quasi apposta (la famosa “nuvoletta di Fantozzi”), segue pazientemente quasi un’ora e mezza di presentazione, e alla fine ti ferma per dirti che queste donne gli sono entrate nel cuore.

Certo, il successo di una festa dipende anche dalla sua organizzazione: in questo caso, ci ha pensato l’associazione Alliance Française di Salerno, che ha creduto che queste donne potessero costituire un ponte tra culture diverse, in questo caso tra la macchia mediterranea del nostro Sud Italia e le distese di lavanda della Provenza: come la mia Sabella, che fa conoscere i sapori mediterranei della Sicilia alla sua amica Garsenda, e a sua volta conosce i suoni delle terre dei trovatori.
Un approccio “multisensoriale” che il pubblico ha potuto sperimentare di persona, non solo grazie agli ottimi interventi della prof.ssa Chiara Maria Lambert e della prof.ssa Simona Pisanti dell’Università di Salerno, le cui conoscenze hanno restituito alle Mulieres il loro contesto storico e medico, ma anche ai “ritratti immaginati” dell’artista Renaldo Fasanaro e ai ritmi occitani delle ragazze dell’Ensemble Trotulae sotto la guida del maestro Guido Pagliano.

I momenti importanti, però, lo sono ancora di più quando si vivono insieme alle persone che contano davvero nella vita, quelle senza le quali non sarebbe la stessa cosa. E per me è stata una vera emozione che a moderare l’incontro fosse la mia amica Maria Cristina, forse la prima a conoscere il cammino delle Mulieres, e la loro prima fan. Oltre, naturalmente, a vedere i miei genitori, tutti e due, seduti in platea e non annoiarsi per niente.
Queste sono forse le soddisfazioni vere.

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Informazioni su Mercuriade

Buongiorno a tutti! Sono una paleografa con la vocazione per la scrittura e il pallino del Medioevo e delle sue storie. Amo la lettura, la buona musica, la poesia, la filosofia, l'arte, il cinema: in breve, qualunque espressione del buono, del bello e del vero. Nel 2011 ho vinto l'VIII edizione del premio letterario "Il racconto nel cassetto" con il racconto "Il Tamburo delle Sirene", pubblicato dalla Centoautori in "Il Tamburo delle Sirene e altri racconti" (2012). Ho collaborato con il sito di Radio CRC e con il giornale on-line "Citizen Salerno" e ora collaboro con la rivista on-line "Rievocare". Faccio parte del gruppo di living history "Gens Langobardorum" e come rievocatrice indipendente promuovo la Scuola Medica Salernitana, gloria della mia città. Nel 2020 ho pubblicato con la Robin "Mulieres Salernitanae. Storie di donne e di cura".
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5 risposte a Le “Mulieres Salernitanae” debuttano in società

  1. mary falco ha detto:

    brava Federica, speriamo di averti presto a Venezia!

  2. Luca ha detto:

    Ciao Federica, complimenti per la tua presentazione! 🙂 Condivido tutto quello che dici: è bello presentare il proprio libro, su cui si è passato molto tempo alla ricerca di documentazioni e tanto altro, di fronte a decine, centinaia di partecipanti che hanno voluto assistere, anche solo per curiosità. E poi, certo, a maggior ragione è bello condividere la propria fatica di fronte alle persone che più ci vogliono bene. In bocca al lupo per gli event futuri!
    Un abbraccio. 🙂

  3. Mcfolino ha detto:

    Grazie Federica, e complimenti anche qui!

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