Per il dodicesimo volume della nostra biblioteca virtuale, vi propongo una vera perla tutta al femminile, pubblicata meritoriamente dalle Edizioni Studio Domenicano: il Liber Manualis, composto tra l’841 e l’843 da Dhuoda, non monaca ma laica, non badessa ma madre di famiglia. Un manuale di educazione, composto per il figlio maggiore Guglielmo, e, attraverso di lui, anche per il suo figlio minore Bernardo, di cui non conosce nemmeno il nome.
Dhuoda infatti vive in un’epoca turbolenta: suo marito, Bernardo di Settimania, è coinvolto nelle rivolte scatenatesi dopo la morte di Carlo Magno, e ha affidato a sua moglie la difesa della fortezza di Uzès, nella Francia meridionale. I due figli ch’ella gli ha partorito sono con lui, probabilmente in un posto più sicuro della turbolenta Uzès, ma la madre, anche se da lontano, può occuparsi della loro educazione: e lo fa attraverso questo libro, un compendio di tutto quello che le sembra sia utile sapere per un giovane di sedici anni che si appresta a entrare nel mondo degli adulti.
Dhuoda in questo libro dimostra una cultura mostruosa: conosce l’Ebraico, il Greco e il Latino, e sa scrivere in versi, ma sa rendere semplici i suoi insegnamenti e impregnarli di amore materno. Raccomanda al figlio di leggere e di studiare; insiste con forza sulla necessità di amare tutti, appellandosi anche ai Padri della Chiesa, e sull’importanza della preghiera, soprattutto della recita dei Salmi, che descrive con parole intrise di poesia; partendo dalle Sacre Scritture, con un sapiente gioco d’incastro, passa dalla simbolica alla matematica con una facilità sorprendente.
Chi parla non è una reclusa impotente cui sono stati strappati i figli, come qualcuno ha sostenuto, ma una madre conscia del proprio ruolo di educatrice, e che agisce al fianco del padre, cui raccomanda al figlio di obbedire. Un esempio, insomma, del ruolo delle donne nella trasmissione del sapere nell’età carolingia e nel Medioevo in generale.
grazie per questa piccola perla nascosta!