La moda quattrocentesca secondo Paola Fabbri: l’importanza del dettaglio.

Dall’aprile del 2016 è on-line il volume e-book della collana “Living History”, a cura di Andrea Carloni e della casa editrice Bookstones di Rimini, La moda italiana nel XV secolo. Abbigliamento e accessori, della piemontese Paola Fabbri.
Nell’ambiente della rievocazione, l’autrice è conosciuta per l’atelier di sartoria storica che porta il suo nome, e lei ha voluto condensare in questa pubblicazione multimediale più di vent’anni di ricerche sull’abbigliamento quattrocentesco italiano:
«L’idea di questo libretto è nata già nel 2005, – racconta, – allo scopo di riassumere e mettere a disposizione di rievocatori, sarti storici e appassionati la marea di fonti e pubblicazioni che avevo raccolto nel corso degli anni, alcune delle quali introvabili. Solo due anni fa, però, questo progetto ha potuto concretizzarsi, grazie al contributo di Andrea Carloni; ne è venuto fuori un libretto di facile consultazione e comprensione, un vademecum che chiunque, anche chi è ai suoi primi passi nel mondo della rievocazione, può avere all’occorrenza a portata di mano.»

ebook-modaitaliana

Paola Fabbri si potrebbe definire a buon diritto una dei pionieri della rievocazione storica in Italia: appassionata da sempre di costumi e abiti di scena, cresciuta con una zia cultrice di storia dell’arte, esce dal prestigioso Istituto Marangoni Fashion e Design di Milano. Ben presto, però, si accorge che non è la moda ciò che le interessa, ma la storia del costume:
«Cominciai a studiare questo ambito un po’ da autodidatta nel 1985, vestendo compagnie teatrali e gruppi di danza storica, e, a metà degli anni ’90, misi insieme perfino un mio gruppo, “La Comitissa”, in cui rappresentavamo scene del Quattrocento italiano ispirandoci ai dipinti e imitandone gli abiti come potevamo, ma all’epoca non sapevo nemmeno cosa fosse la rievocazione storica. La mia fortuna fu trovarmi nel bel mezzo di un ambiente in fermento, quello della seconda metà degli anni ’90, in cui cominciavano a nascere gruppi importanti che lavoravano con criteri di ricerca, e così mi si aprì un mondo. Fin dall’inizio, quando tutti o quasi si limitavano all’ambito della rievocazione militare; noi decidemmo invece di rimanere nell’ambito della vita civile, includendo nei nostri ambiti di ricerca e divulgazione anche la cucina, l’igiene e la prostituzione.»

15087013_10209223065707110_459391458_n

Per cortesia di Paola Fabbri.

Il gruppo, però, non è durato molto, essendo troppo ridotto. L’atelier e il relativo sito nacquero successivamente, proprio su richiesta dei rievocatori.
«Oggi sono proprio i rievocatori i miei principali clienti; le richieste sono tante, ma io preferisco selezionare in modo da avere pochi clienti con cui lavorare bene. Il problema principale è il tempo: se si lavora a mano ci vuole molto tempo, pertanto non si possono accettare molte commissioni. Un atelier come il mio sopravvive a fatica, anche perché chiedo molto meno del costo effettivo di un abito, tra materiali e ore di lavoro, essendo praticamente insostenibile per chi non è un milionario: io realizzo i miei capi solo su misura e con materie prime naturali che cucio interamente a mano con tecniche storiche. Credo che questo non sia un problema solo mio, ma della maggior parte dell’artigianato, e non soltanto storico.»

Ricostruzione del farsetto e della giornea di Diego Cavaniglia.

Ricostruzione del farsetto e della giornea di Diego Cavaniglia.

Le competenze che hanno dato origine a questo libro, però, non si fermano alla confezione ex novo di abiti storici: Paola Fabbri ha avuto anche esperienze di restauro di reperti tessili: «Due incontri mi hanno illuminato, in questo senso, avvenuti entrambi nel 2005 – spiega: – quello con Doretta Davanzo Poli, docente di Storia dell’Arte Tessile all’Università di Venezia, e soprattutto con Lucia Portoghesi, restauratrice di tessuti di fama internazionale. Insieme a lei ho avuto la fortuna di restaurare le vesti di Diego Cavaniglia (conte di Montella e Troia, morto nel 1482), ora custodite nel convento di San Francesco a Folloni a Montella: in particolare sono rimasta incantata dalla sua giornea, l’unico esemplare originale di questo tipo di veste esistente al mondo. Perciò di questa ho sì realizzato una copia fedele da esporre al museo del convento insieme all’originale, ma con il permesso dei frati ne ho cucita un’altra da tenere solo per me.»

Abito di Paola Fabbri.

Per cortesia di di Paola Fabbri.

Sorge una domanda: una donna che ha seguito il panorama della rievocazione storica italiana per vent’anni, prima come rievocatrice e poi come artigiana, come l’ha vista trasformarsi nel corso del tempo?
«Oggi la situazione è molto migliorata rispetto a vent’anni fa, – risponde Paola Fabbri. – Il problema è che dipende dai gruppi: ci sono quelli che curano finanche il bottone e ci sono quelli che privilegiano l’aspetto militare a scapito di tutto il resto. Ad ogni modo, in generale, i ricostruttori veri sono purtroppo ancora una minoranza, proprio oggi che, grazie a internet, fare ricerche è diventato molto più facile di una volta. Uno dei nostri grossi punti deboli è la capigliatura delle donne: troppo spesso si vedono ancora rievocatrici indossare improbabili ciambelloni senza sapere che quel che si vede nell’iconografia sono in realtà capelli acconciati; nell’Italia quattrocentesca, a differenza di quanto avveniva nello stesso periodo in Francia, non si faceva grande uso di copricapi elaborati, ma di veli sottilissimi, reticelle e acconciature elaborate. Spesso ci sono difficoltà serie a far capire alle rievocatrici che devono rendersi credibili anche attraverso particolari come il modo di portare i capelli. Un’altra difficoltà seria della rievocazione italiana è la litigiosità dei gruppi e la gelosia dei singoli rievocatori rispetto alle proprie scoperte: le due parole d’ordine della rievocazione dovrebbero essere “divulgazione” e “condivisione”. E il mio libro ha esattamente questo scopo.»

Acconciatura femminile.

Per cortesia di Paola Fabbri.

Questo volume, scritto da una ex rievocatrice per i rievocatori, si inserisce dunque perfettamente nella collana Living Hisory, che conta altri nomi importanti della rievocazione e dell’artigianato storico come l’esperto di lavorazione del legno Ezio Zanini, e in continua evoluzione.

Pubblicato su “Rievocare” – L’importanza del dettaglio.

Per saperne di più:
Paola Fabbri, La moda italiana nel XV secolo. Abbigliamento e accessori, Rimini, Bookstones, 2016.

Informazioni su Mercuriade

Buongiorno a tutti! Sono una paleografa con la vocazione per la scrittura e il pallino del Medioevo e delle sue storie. Amo la lettura, la buona musica, la poesia, la filosofia, l'arte, il cinema: in breve, qualunque espressione del buono, del bello e del vero. Nel 2011 ho vinto l'VIII edizione del premio letterario "Il racconto nel cassetto" con il racconto "Il Tamburo delle Sirene", pubblicato dalla Centoautori in "Il Tamburo delle Sirene e altri racconti" (2012). Ho collaborato con il sito di Radio CRC e con il giornale on-line "Citizen Salerno" e ora collaboro con la rivista on-line "Rievocare". Faccio parte del gruppo di living history "Gens Langobardorum" e come rievocatrice indipendente promuovo la Scuola Medica Salernitana, gloria della mia città. Nel 2020 ho pubblicato con la Robin "Mulieres Salernitanae. Storie di donne e di cura".
Questa voce è stata pubblicata in Living History. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento